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Stop caldaie a gas dal 2029, Italtherm: “Per decarbonizzazione servono interventi fattibili su larga scala, divieto vendita caldaie non è la soluzione”

giugno 20, 2023

Italtherm, realtà made in italy specializzata in sistemi di riscaldamento e raffrescamento, commenta le misure contenute nella bozza di revisione del Regolamento “Ecodesign” che metterebbe al bando le caldaie a gas entro il 2029. Per avviare un vero processo di decarbonizzazione, serve spostare l’attenzione sul vettore energetico, rendendo più accessibili combustibili rinnovabili, ad esempio il biometano, ma anche idrogeno e blend di questi gas, per appoggiarsi ad infrastrutture ad oggi già esistenti. Il rischio, altrimenti, è spingere i consumatori a mantenere o riparare le caldaie esistenti, tenendo in vita apparecchi più inquinanti. 

Decarbonizzazione e riduzione della dipendenza dal gas russo restano una delle priorità dell’Europa che, con il piano RepowerEu, prevede di varare diverse direttive atte a migliorare fortemente l’efficienza energetica degli edifici europei e il sistema di approvvigionamento energetico di tutto il continente. 

Tra le misure messe in campo, anche quelle contenute nella bozza di revisione del Regolamento 813/2013/Ue (il cosiddetto Ecodesign, discusso lo scorso 27 aprile in un Consultation Forum della Commissione europea) che metterebbe al bando le caldaie a gas entro il 2029. 

Il “divieto” non è espressamente citato nel testo in revisione, che però indica standard tecnico-produttivi talmente stringenti da ridurre al minimo il perimetro degli apparecchi idonei al riscaldamento degli ambienti. Di fatto, quindi, un indice di efficienza al 115% per le caldaie a gas richiesto dall’Ecodesign rappresenta un divieto di immissione sul mercato di tutte le caldaie, comprese quelle alimentate con gas rinnovabili.

In questo contesto Italtherm, storica realtà made in italy specializzata in sistemi di riscaldamento e raffrescamento, ribadisce la necessità di interventi strutturali e compatibili con le realtà abitative di ogni Paese. 

“Affinché gli interventi di decarbonizzazione siano effettivamente declinabili su tutti i paesi UE, è necessario che questi tengano conto delle peculiarità di ogni nazione”, spiega l’ing. Giovanni Fontana, Responsabile servizi di consulenza Italtherm. “Secondo la bozza di revisione del regolamento Ecodesign,  infatti, a partire dal 2029 verrà bandita l’immissione sul mercato di ogni apparecchio di riscaldamento che non raggiunga il limite minimo di efficienza stagionale del 115%”. 

“Per rispondere in maniera concreta alla crisi che le famiglie stanno vivendo e allo stesso tempo per rispondere alla necessità di decarbonizzazione, si dovrebbero anzitutto incrementare e ripristinare le possibilità per i consumatori di accesso a bonus per l’efficientamento delle abitazioni e dunque anche per l’adozione di modelli più efficienti di caldaie e impianti, tra cui in particolare i sistemi ibridi factory made. In secondo luogo, l’attenzione dovrebbe essere spostata sul vettore energetico piuttosto che sulla tipologia di impianto e sul mezzo tecnologico, rendendo maggiormente disponibili e accessibili combustibili rinnovabili, ad esempio il biometano, ma anche idrogeno e blend. Questo consentirebbe di avviare il processo di decarbonizzazione, con graduale abbandono delle fonti fossili, appoggiandosi però a infrastrutture ad oggi esistenti: queste tipologie di gas sostenibili sono infatti già compatibili con la rete di distribuzione attuale e con i modelli di caldaie di nuova generazione attualmente in commercio”.  “Il problema di tagliare in modo netto la produzione di caldaie a gas  – conclude l’ing. Fontana – è che in un Paese come l’Italia, in cui il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria sono affidati nella maggioranza dei casi proprio a questa tipologia di apparecchi, non si riesca a rivoluzionare in poco tempo le infrastrutture di distribuzione dell’energia elettrica e gli impianti residenziali. Il rischio, altrimenti, è quello di spingere i consumatori a riparare le caldaie esistenti, con la conseguenza di mantenere in vita apparecchi più inquinanti, meno efficienti e sostenibili”.

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